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Venezia, Shu Qi “Ho raccontato ferite invisibili della mia infanzia”

VENEZIA (ITALPRESS) – Presentato in concorso all’82esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Nuhai (Girl) segna l’esordio alla regia dell’attrice e modella taiwanese Shu Qi, tra i volti più celebri del cinema asiatico. Dopo quasi trent’anni davanti alla macchina da presa e collaborazioni con maestri come Hou Hsiao-hsien, l’artista ha scelto il Lido per il debutto dietro la cinepresa, prima del passaggio nella sezione Centrepiece al Toronto International Film Festival.
Ambientato a Taiwan nel 1988, il film racconta la storia di Hsiao-lee, una ragazzina introversa che trova conforto nell’amicizia con la vivace Li-li, quasi un alter ego che incarna i sogni che lei non riesce a esprimere. Ma il legame tra le due bambine si intreccia con il passato doloroso della madre, che sembra ripetere sulle figlie le stesse ferite subite, creando un circolo vizioso di sofferenza familiare. Nel cast figurano Roy Chiu, la cantante jazz 9m88 e la giovane esordiente Bai Xiao-Ying.
Shu Qi ha raccontato quanto le sia stato difficile girare le scene domestiche, quelle che più riflettono il cuore del film:
“Le sequenze in famiglia sono state tra le più complicate, perché gli attori non si conoscevano bene e dovevano trovare un equilibrio. La cantante e attrice che interpreta la madre è una persona molto solare, completamente diversa dal ruolo, e avevo bisogno che entrasse davvero in quella casa, in quella vita. C’è un momento in cui, dopo che le bambine escono, la madre resta sola e comincia a sistemare la stanza, a lavare i piatti, ad avviare la lavatrice. Quando finalmente si volta e la vedo di spalle che lascia andare un respiro profondo, ho sentito tutta la fragilità femminile, quella di una donna che è ancora anche una ragazzina, ma già schiacciata dal peso del mondo. In quel momento mi sono commossa profondamente”.
Il progetto, iniziato oltre dieci anni fa su suggerimento di Hou Hsiao-hsien, è stato riscritto più volte prima di trovare la sua forma definitiva. Shu Qi ha spiegato che l’urgenza di concludere la sceneggiatura è maturata proprio a Venezia, quando nel 2023 era giurata: «Guardando film straordinari mi sono resa conto che se non avessi finito subito la mia storia, forse non l’avrei mai raccontata”.
Il film, ha sottolineato la regista, nasce da un’esperienza personale: “Quando ero piccola ho vissuto situazioni dolorose in famiglia. Non volevo mostrarle in maniera cruda, ma con onestà. Le cicatrici del passato non scompaiono, restano invisibili e riemergono. Spero che Nühai possa aiutare chi guarda a riflettere sul rapporto con i propri genitori, o sul modo in cui si cresce un figlio”.
xr7/mgg/azn (video di Federica Polidoro)

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