Report, opposizioni: azzerare Privacy, Fdi: giornalismo militante
Roma, 10 nov. (askanews) – Su ‘Report’ è scontro aperto. Dopo l’inchiesta mandata in onda ieri sera da Sigfrido Ranucci Fdi attacca a testa bassa la trasmissione mentre le opposizioni chiedono “l’azzeramento” di tutto il collegio del Garante. Per Pd, M5s e Avs la situazione non è più sostenibile, Elly Schlein, Giuseppe Conte e Angelo Bonelli chiedono al vertice della Privacy di farsi da parte ma l’attacco, di fatto, è rivolto anche alla maggioranza di governo ritenuta colpevole di avere fatto pressioni. Giorgia Meloni respinge ogni addebito, la premier spiega di non avere “competenza” sulla vicenda. Ma Federico Mollicone, uno dei suoi fedelissimi, in Parlamento rivolge accuse pesanti a Ranucci, sia pure dopo avergli ribadito la “solidarietà” per l’attentato subito.
L’offensiva delle opposizioni la apre la Schlein, in mattinata: “Sta emergendo un quadro grave e desolante sulle modalità di gestione dell’Autorità Garante per la Privacy che rende necessario un segnale forte di discontinuità. Io penso che non ci sia alternativa alle dimissioni dell’intero consiglio”. Emerge, spiega, “un sistema gestionale opaco, caratterizzato da numerosi conflitti di interesse e da una forte permeabilità alla politica” e, appunto, “senza un azzeramento e una ripartenza sarà impossibile ricostruire la fiducia dei cittadini “.
Quasi identiche le parole di Conte, che parla in aula: “Chiediamo l’azzeramento del Garante della privacy, che ha perso la necessaria credibilità e autorevolezza”. Il leader M5s annuncia anche la riproposizione della proposta di legge del Movimento contro il conflitto di interessi, quindi replica alla Meloni: “Dice: non abbiamo competenza? Ma come! C’era competenza quando si scambiava messaggini con Ghiglia? C’era competenza quando Ghiglia si recava nella sede di Fdi per conferire con Arianna Meloni?”.
E di “azzeramento” parla anche Bonelli, avvertendo che “non ci sono più alibi. Lo dico con chiarezza: non basta una difesa d’ufficio, non basta prendere tempo. Serve l’azzeramento”. Il capogruppo Pd Francesco Boccia, poi, annuncia una interrogazione parlamentare perché “perché quello che emerso nelle scorse ore, anche grazie all’inchiesta di Report, è di una gravità inaudita”.
Ma un’interrogazione la prepara anche Fdi, come ha spiegato Mollicone in aula. “Report viola le comunicazioni di un parlamentare, che come sappiamo sono tutelate dalla Costituzione. Siamo in prima linea per difendere e tutelare il giornalismo di inchiesta, quello vero. Ma in questo caso ci troviamo di fronte a una violazione palese della Costituzione. Presenteremo anche un’interrogazione parlamentare”. Per Mollicone “quello di Report non è giornalismo di inchiesta, o perlomeno non lo è sempre”, si tratta di “giornalismo militante, un romanzo di fantasia, una fiction, che stalkerizza e accusa in modo scorretto, falso unicamente gli esponenti di maggioranza”.
Si fanno sentire anche i protagonisti della vicenda. Ranucci ribadisce che il Garante della privacy è ormai “un tribunale politico” e respinge al mittente le accuse di avere violato la riservatezza di Meloni: “Io non ho diffuso un messaggio privato, lo ha diffuso Ghiglia. Noi non abbiamo mai trafugato materiali. Se lo ha fatto qualcun altro non lo so. Non abbiamo i messaggi originali tra Ghiglia (il membro del collegio del Garante di area Fdi, ndr) e Meloni, abbiamo preso visione di quanto Ghiglia ha inoltrato ai suoi uffici”. E Ghiglia, a sua volta ribatte: “L’approccio di Report rispetta i principi di rigore e imparzialità che la stessa Cassazione indica come limite invalicabile? Qualche dubbio c’è”.