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Ponte Stretto, Corte dei Conti nega il visto, Salvini: andiamo avanti

Roma, 29 ott. (askanews) – La Corte dei Conti ha di fatto bocciato la delibera del Cipess – il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile – che lo scorso agosto aveva spianato la strada al progetto per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. Con una decisione giunta in serata, a seguito della Camera di consiglio della Sezione centrale di controllo di legittimità su atti del Governo e delle amministrazioni dello Stato, che era iniziata stamattina, la Corte ha riferito di “non aver ammesso al visto e alla conseguente registrazione la delibera”.

A stretto giro è giunta la risposta del vicepremier e ministro responsabile di Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini. “La decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il Paese e appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico”, ha affermato.

“In attesa delle motivazioni, chiarisco subito che non mi sono fermato quando dovevo difendere i confini e non mi fermerò ora – ha aggiunto il vicepremier – visto che parliamo di un progetto auspicato perfino dall’Europa che regalerà sviluppo e migliaia di posti di lavoro da sud a nord. Siamo determinati a percorrere tutte le strade possibili per far partire i lavori. Andiamo avanti”.

Altrettanto rapida e non meno dura la replica del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: “è l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento. Per avere un’idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l’avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer”.

“La riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti, entrambe in discussione al Senato, prossime all’approvazione, rappresentano la risposta più adeguata a una intollerabile invadenza, che non fermerà l’azione di Governo – ha aggiunto la premier – sostenuta dal Parlamento”.

Che non fosse positivo l’orientamento dei giudici contabili era apparso già abbastanza evidente durante l’adunanza pubblica di questa mattina, quando sotto la presidenza di Ermanno Gramelli il Consigliere Carmela Mirabella aveva elencato una lunga serie di rilievi e dubbi, tra cui sullo stesso organismo che ha deliberato il via libera, il Cipess, invece del Mit, sulla mancanza delle competenze tecniche alla base delle decisioni, ad esempio per la tutela della salute, su schede “non aggiornate” e anche un richiamo ad un parere del Consiglio del lavori pubblici risalente al 1999. “La politica si è sostituita ai soggetti competenti”, ha sostenuto Mirabella.

Il governo potrà comunque procedere. In caso di rifiuto di registrazione da parte della Corte dei conti, l’amministrazione può infatti chiedere un’apposita deliberazione da parte del Consiglio dei ministri, il quale, a propria volta, può ritenere che l’atto risponda ad interessi pubblici superiori e debba avere comunque corso.

In questo caso la Corte dei conti pronuncia a Sezioni riunite, le quali, ove non ritengano venute meno le ragioni del rifiuto, ordinano la registrazione dell’atto e vi appongono il visto con riserva. L’atto registrato con riserva acquista piena efficacia, ma può dare luogo ad una responsabilità politica del governo, e la Corte può trasmettere periodicamente al Parlamento l’elenco degli atti registrati con riserva.

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