Migranti, “decreti flussi favoriscono lo sfruttamento lavorativo”
Roma, 29 ott. (askanews) – I decreti flussi sono sempre più usati a scopo di sfruttamento lavorativo, concorrendo ad alimentare il fenomeno della tratta, che oggi interessa meno che in passato lo sfruttamento di donne e minori a fini sessuali, ma coinvolge soprattutto uomini migranti risucchiati in forme di occupazione irregolare e spesso para-schiavistica. È la tendenza più allarmante che emerge dalla Relazione 2024 del Numero verde nazionale Antitratta, a cui Idos dedica uno dei capitoli del Dossier Statistico Immigrazione 2025.
Attivo dal 2000 per raccogliere denunce e segnalazioni, il Numero verde (800 290 290) è uno degli strumenti di punta dell’azione contro la tratta e il grave sfruttamento di esseri umani avviata dall’Italia nel 1998, con l’approvazione dell’avanguardistico articolo 18 del Testo unico sull’immigrazione. Legge tra le prime, in Europa, a introdurre uno speciale permesso di soggiorno e altre forme di protezione e assistenza per le vittime di questi crimini, senza richiedere il loro coinvolgimento obbligatorio in indagini e procedimenti giudiziari contro le reti di sfruttamento. Il Dossier analizza l’andamento delle prese in carico attivate dopo il contatto con il Numero verde tra il 2014 e il 2024 (oltre 800 in media all’anno) rilevando, appunto, come siano calate quelle riguardanti donne e minori (-9,8% e -63,6%) e siano raddoppiate quelle di adulti maschi. Complessivamente, in 11 anni lo sfruttamento sessuale è passato dal 50% al 24%, mentre quello lavorativo è salito in testa con il 38,2% delle prese in carico. A una tendenza ormai consolidata da qualche anno si è aggiunto un ulteriore campanello d’allarme proprio nel 2024, definito dalla stessa Relazione annuale del Numero verde “l’anno degli inganni”.
Da un monitoraggio sulle segnalazioni delle sole truffe legate ai decreti flussi, iniziato nel secondo semestre, è infatti emersa la costante presenza di intermediari che, a pagamento, hanno avviato la procedura prevista per l’ingresso del lavoratore straniero dall’estero, dalla chiamata nominativa fino al rilascio del nulla osta e del visto, per poi volatilizzarsi insieme ai presunti datori di lavoro. E così, soltanto nel secondo semestre dell’anno, 139 potenziali lavoratori migranti (provenienti da Tunisia, Marocco, India ed Egitto) si sono trovati senza occupazione regolare e vulnerabili allo sfruttamento; un numero che rappresenta solo la parte emersa di un fenomeno che secondo vari osservatori è molto più diffuso. Nello stesso semestre, tra le prese in carico scaturite dalle chiamate al Numero verde, quelle per sfruttamento lavorativo sono salite all’80% del totale, contro il 16% dello sfruttamento sessuale.
La presentazione del 4 novembre La denuncia di questa ed altre storture del sistema attivato dai decreti flussi – come l’eccessivo carico di burocrazia, i tempi dilatati in modo insostenibile e la scarsa efficacia nel rispondere alle esigenze delle imprese – è sviluppata anche in varie altre sezioni del Dossier. Quest’anno Idos ha scelto proprio la questione della tratta e dello sfruttamento come uno dei tre approfondimenti della presentazione nazionale del rapporto, che si terrà martedì 4 novembre al Nuovo Teatro Orione di Roma, a partire dalle 10.30, invitando a parlarne l’avvocata Francesca Nicodemi, una delle maggiori esperte nel settore. Molto attuali anche i temi dei due interventi successivi: uno svolto dalla direttrice generale di Sos Mediterranee Italia, Valeria Taurino; l’altro dal noto blogger e attivista italo-palestinese Karem Rohana. La giornata sarà aperta dal sociologo Paolo De Nardis, presidente dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, che insieme alla rivista “Confronti” collabora alla realizzazione del Dossier. Come di consueto, la presentazione sarà a cura del presidente del Centro Studi e Ricerche Idos, Luca Di Sciullo, mentre le conclusioni sono affidate alla moderatora della Tavola Valdese, Alessandra Trotta (il Dossier è realizzato grazie ai fondi dell’8Xmille della Chiesa Valdese). Modera i lavori il direttore di “Confronti”, Claudio Paravati.