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Manovra, Timpone: Rottamazione 5.0, un patto tra Fisco e imprese

Roma, 12 dic. (askanews) – L’estensione della “Rottamazione 5” anche ai ruoli derivanti da avvisi di accertamento può diventare un vero e proprio “contratto” di fiducia tra Fisco e contribuente. “Un’occasione per le imprese di voltare pagina e per lo Stato di garantire la riscossione, favorendo al contempo la ripresa economica e la compliance fiscale. La Legge di Bilancio di prossima approvazione potrebbe essere il banco di prova per questa innovativa visione”. Lo scrive ad askanews Gianluca Timpone, commercialista e tributarista, commentando il dibattito sulla manovra.

“Il dibattito sulla prossima Legge di Bilancio si arricchisce di una proposta audace, destinata a incidere profondamente sul rapporto tra Fisco e imprese: l’estensione della ‘Rottamazione 5’ (che, ricordiamo, è il nome che verrà dato alla definizione agevolata contenuta nella legge di bilancio di prossima approvazione) anche ai ruoli derivanti da avvisi di accertamento. Una mossa attesa da tempo – rileva – ma che finora si è scontrata con il muro delle ‘coperture finanziarie’. E se la soluzione arrivasse proprio da un “patto” tra Stato e contribuente? L’ultima rottamazione-quater ha rappresentato un’importante boccata d’ossigeno per molte imprese, permettendo la definizione agevolata di debiti affidati all’Agente della Riscossione”.

“Tuttavia – prosegue il tributarista – una palese limitazione è stata l’esclusione dai benefici dei carichi derivanti da avvisi di accertamento. Un’omissione significativa, considerato che una parte consistente del contenzioso fiscale e del debito delle imprese nasce proprio da questi atti. L’inclusione di tali somme nella prossima Rottamazione 5 è vista come una necessità impellente per dare un’opportunità di risanamento a un tessuto imprenditoriale spesso soffocato dal pregresso”.

“Il nodo cruciale resta sempre lo stesso: come garantire le risorse necessarie senza compromettere gli equilibri di bilancio? Una proposta che sta prendendo piede negli ambienti economici e fiscali punta a superare l’impasse finanziaria con un meccanismo innovativo di responsabilizzazione e garanzia. L’idea è quella di consentire l’adesione alla Rottamazione 5 anche per i ruoli derivanti da avvisi di accertamento, a condizione che l’impresa sottoscriva un patto biennale su un reddito pre-concordato e si impegni al conseguenziale pagamento puntuale delle imposte correnti. Questo significa che l’azienda che aderisce alla definizione agevolata del pregresso dovrà, contestualmente, impegnarsi a: primo, sottoscrivere un Concordato Preventivo Biennale: Similmente a quanto già previsto per il Concordato Preventivo Biennale, l’azienda si accorderebbe con il Fisco su un reddito stimato per i due esercizi successivi all’adesione alla Rottamazione. Secondo – dice Timpone – pagare puntualmente le imposte correnti: Tutte le imposte derivanti dal reddito concordato e quelle dovute per le attività correnti, liquidate successivamente alla presentazione della domanda di definizione agevolata, dovranno essere saldate entro i termini previsti”.

“Questo meccanismo trasforma la Rottamazione da un semplice strumento di recupero a una leva per la regolarizzazione complessiva e prospettica delle imprese. L’azienda dimostra la volontà non solo di sanare il passato, ma anche di mantenere una piena compliance fiscale nel prossimo futuro. I benefici di una tale impostazione sarebbero significativi e di vasta portata. Per le imprese, finalmente libere dal peso del contenzioso e dal rischio di azioni esecutive (fermi, ipoteche, pignoramenti) da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. La regolarizzazione del passato, unita a una pianificazione fiscale chiara per il futuro biennio, consentirebbe alle aziende di investire, crescere e operare con maggiore serenità. Un’impresa ‘in bonis’ – avverte il tributarista – è un motore per l’economia, in grado di creare occupazione e valore”.

“Per lo Stato, questa soluzione garantirebbe entrate certe e programmabili. Il pagamento puntuale delle imposte correnti, ancorato a un reddito concordato, rappresenterebbe un flusso costante di risorse. Inoltre, il recupero (anche se agevolato) di debiti da accertamenti, che altrimenti difficilmente verrebbero riscossi da imprese in difficoltà o fallite, andrebbe a rafforzare le casse pubbliche. L’esperienza dimostra che è più facile incassare da un’azienda che è stata rimessa in carreggiata e che produce, piuttosto che inseguire crediti da realtà in crisi irreversibile”.

“Per assicurare l’efficacia del sistema – spiega Timpone – è fondamentale prevedere sanzioni severe in caso di mancato rispetto del patto. Se l’azienda non dovesse adempiere al pagamento delle imposte correnti o violare le condizioni del patto biennale. Perderebbe immediatamente tutti i benefici della Rottamazione 5, con il debito che tornerebbe a essere dovuto per intero, incluse sanzioni e interessi originari”. Inoltre “andrebbe incontro a sanzioni aggiuntive e specifiche, che potrebbero includere la sospensione di licenze, autorizzazioni o altre misure restrittive, al fine di scoraggiare comportamenti opportunistici e garantire la serietà dell’impegno”.

“Questa proposta non è un mero condono, ma un vero e proprio ‘contratto’ di fiducia tra Fisco e contribuente. Un’occasione per le imprese di voltare pagina e per lo Stato di garantire la riscossione, favorendo al contempo la ripresa economica e la compliance fiscale. La Legge di Bilancio di prossima approvazione – conclude – potrebbe essere il banco di prova per questa innovativa visione”.

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