La nuova frontiera della blue economy: l’eolico offshore galleggiante sblocca le acque profonde

Renexia: “L’Italia può diventare un punto di riferimento a livello industriale dell’area mediterranea, con l’avvio di una filiera capace di creare un giro di affari da 60 miliardi di euro”
Mentre la transizione energetica globale accelera, la tecnologia floating offshore wind (FOW), o eolico offshore galleggiante, emerge come la soluzione chiave per sbloccare il potenziale – in precedenza inaccessibile – delle acque profonde. Oltre all’Italia, con il progetto di prossima realizzazione MedWind, sviluppato dal player Renexia, mercati vitali in Asia, Oceania e America Latina stanno iniziando a muoversi con determinazione verso questa innovazione, che è essenziale per centrare i rigorosi obiettivi climatici.
L’Asia-Pacifico in testa alla rivoluzione floating
Nel continente asiatico, la corsa al FOW è particolarmente intensa, data la conformazione delle coste che spesso presentano fondali marini troppo profondi per le tradizionali turbine fisse. Si osserva che la Corea del Sud, ad esempio, sta emergendo come mercato floating di punta. L’attenzione governativa si è concentrata sull’espansione della capacità, con una strategia che include esplicitamente la tecnologia flottante per sfruttare al meglio il vasto potenziale eolico al largo delle sue coste. Questa spinta si traduce in numerosi progetti di sviluppo a livello iniziale e dimostrativo che mirano a testare l’adattabilità della tecnologia FOW alle condizioni marine locali. Sebbene una recente gara abbia assegnato principalmente progetti a fondo fisso, gli sforzi politici e di sviluppo infrastrutturale in atto mirano chiaramente a sostenere la futura commercializzazione del floating, riconoscendo la sua importanza strategica (come evidenziato nei rapporti del Global Wind Energy Council – GWEC).
Similmente, anche se Taiwan è già un leader per la capacità eolica fissa installata nell’Asia Pacifico, il governo taiwanese sta espandendo la sua visione energetica oltre gli impianti tradizionali. Le iniziative locali mirano a includere sistemi di energia rinnovabile marina galleggiante nella sua terza fase di sviluppo (prevista dal 2026 al 2035), preparando il terreno per l’integrazione di questa tecnologia nelle sue acque profonde (secondo le analisi di mercato per l’Offshore Wind Delegation a Energy Taiwan 2025). L’importanza del FOW per Taiwan è tale che i developer locali stanno spingendo il governo per l’inclusione di tariffe incentivanti (Feed-in Tariff o FiT) specifiche già nel 2025 al fine di accelerare il Floating Wind Demonstration Program, un’iniziativa che rappresenta la prima tappa esplicita per l’approvazione e la realizzazione dei primi parchi eolici galleggianti commerciali dell’isola entro il 2030, segnando una mossa cruciale per la sua roadmap energetica e per capitalizzare sui siti offshore più distanti e profondi.
In Oceania, l’Australia sta mostrando un crescente interesse per l’eolico floating, riconoscendo il vasto potenziale marittimo non sfruttato. Nonostante manchino ancora grandi progetti floating connessi alla rete, l’Australia ha ospitato eventi chiave come l’EnergyFest: Industry, che lo scorso ottobre ha riunito i leader delle rinnovabili per modellare il futuro energetico del Paese, con il FOW che gioca un ruolo centrale nelle discussioni strategiche per la regione.
Il decollo nell’America Latina: Brasile e Colombia in testa
L’America Latina rappresenta un altro hotspot privilegiato per lo sviluppo dell’eolico floating. In Brasile, per esempio, l’interesse per la tecnologia flottante è altissimo. Il Global Wind Energy Council (GWEC) ha indicato il Sud America come una delle nuove regioni pronte a decollare nel settore eolico offshore. Con le sue lunghe coste e acque profonde, il Brasile è uno dei Paesi che trarrà il massimo vantaggio dall’FOW. Le autorità brasiliane stanno già attivamente lavorando alla regolamentazione del settore, essenziale per sbloccare l’enorme portafoglio di progetti flottanti proposti che aspettano l’approvazione.
Anche la Colombia emerge come un attore chiave nel FOW. Il governo colombiano ha mostrato un forte interesse a sfruttare l’alto potenziale del Mar Caraibico. L’attenzione è concentrata su progetti di natura floating proprio perché la batimetria diventa rapidamente profonda, rendendo le turbine fisse non economicamente convenienti. La Colombia ha definito una roadmap per l’eolico offshore che include esplicitamente le tecnologie galleggianti e sta lavorando per definire le aree di sviluppo e il quadro normativo.
Renexia e il vantaggio strategico del floating per l’Italia
La ragione di questa focalizzazione globale sul floating è chiara: la tecnologia galleggiante è la migliore per la maggior parte del potenziale eolico mondiale non ancora sfruttato. Permette l’installazione delle turbine in acque molto più profonde, dove i venti sono più forti e costanti rispetto alle zone costiere. Il GWEC ha più volte sottolineato che il potenziale tecnico dell’eolico fisso è minore rispetto a quello del floating, e ha evidenziato come l’adozione di ambizioni politiche sia l’elemento cruciale per i Paesi che aspirano a diventare i futuri hub di questa tecnologia. Inoltre, il posizionamento lontano dalla costa riduce significativamente l’impatto visivo e le preoccupazioni ambientali e paesaggistiche, facilitando l’accettazione sociale dei progetti.
Appare quindi evidente come l’eolico marino galleggiante stia vivendo una crescita significativa a livello globale, rappresentando una soluzione strategica per la transizione energetica. E in questo contesto Renexia sottolinea come l’Italia non possa restare indietro ed è pertanto urgente accelerare nello sviluppo di questa tecnologia, sfruttando il potenziale dei nostri mari. Per raggiungere gli obiettivi europei e garantire sicurezza energetica, serve una politica nazionale chiara e ambiziosa che punti a installare almeno 15 GW di capacità da eolico marino entro il 2030. Solo così, secondo Renexia, il Paese potrà giocare un ruolo da protagonista nella rivoluzione green, ma non solo. L’Italia può infatti diventare un punto di riferimento a livello industriale dell’area mediterranea, con l’avvio di una filiera capace di creare un giro di affari da 60 miliardi di euro e occupazione per migliaia di posti di lavoro.
Obiettivi e previsioni internazionali
Questo rinnovato slancio è supportato da ambiziosi obiettivi stabiliti dalle agenzie internazionali, che vedono il floating come la chiave per il net zero. L’International Renewable Energy Agency (IRENA) e il GWEC hanno alzato le loro proiezioni. Il GWEC, ad esempio, ha progressivamente aumentato le sue previsioni per la capacità eolica floating globale, prevedendo che entro il 2030 potrebbe raggiungere circa 16,5 GW, un aumento significativo rispetto alle previsioni precedenti, riflettendo la crescente attività progettuale in tutto il mondo.
Inoltre, il ruolo cruciale del FOW è stato riconosciuto a livello politico: il rapporto Floating Offshore Wind Outlook (2024) di IRENA, sviluppato su richiesta del G7, ha analizzato gli sviluppi globali del floating, indicandolo come uno dei pilastri fondamentali per il raggiungimento del target di emissioni nette zero entro la metà del secolo. Questo scenario, proiettato dall’IRENA, richiede l’installazione di almeno 2.000 GW di eolico offshore entro il 2050, una cifra che non può essere raggiunta senza l’uso massiccio della tecnologia galleggiante.



