Il turismo in Italia concilia sempre più crescita economica e valori ESG
Il comparto turistico è sempre più importante per la crescita socioeconomica del Paese. In Italia, infatti, il turismo genererà un contributo al PIL pari a 237,4 miliardi di euro entro la fine del 2025, con un ruolo sempre più strategico nei prossimi anni ed una crescita stimata che porterà il valore del turismo fino a 282,6 miliardi di euro entro il prossimo decennio.
Sono alcuni dei numeri illustrati dall’Enit in occasione del Terzo Forum Nazionale sul Turismo Sostenibile e i Patrimoni dell’Umanità, a CastelBrando (Treviso), che intende approfondire i principali trend di cambiamento dello scenario turistico, valutando le elaborazioni di indicatori socioeconomici chiave che descrivono il ruolo del turismo a livello nazionale e regionale, con una ricostruzione del valore del settore in Italia e della filiera allargata che coinvolge 16 settori e 62 sottosettori economici, anche in vista dei giochi Oliimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026 sul turismo nei territori interessati dalle gare.
Tornando ai numeri, nei primi 7 mesi del 2025 l’Italia è seconda in Europa per presenze internazionali (151,8 mln) e per il totale dei soggiorni (268,4 mln), ma anche terza per afflusso domestico con 116,6 milioni di pernottamenti da gennaio a luglio. L’Italia del turismo nel 2025 ad oggi fa segnare: +5,7% di presenze totali nelle strutture ricettive tra gennaio e luglio 2025, +10,4% se guardiamo a quelle internazionali; quasi 25 miliardi di euro dal turismo internazionale nel solo primo semestre (+5,9%) con un saldo della bilancia turistica dei primi sei mesi di 9,2 miliardi (in crescita del +6,5%). Nel complesso, si conta per il 2024 una spesa turistica di 122,6 miliardi di euro da parte dei turisti italiani e di 55,2 miliardi da parte di quelli stranieri mentre per il 2025 si prevede un totale di consumi stranieri pari a 60,4 miliardi di euro e di 124,6 miliardi di euro per i consumi domestici (la crescita per i consumi italiani si stima pari al +1,6% mentre arriva al +9,4% per i consumi dei turisti stranieri).
Risultati d’eccellenza, capaci di conciliare i successi economici con gli aspetti di sostenibilità.
Il turismo italiano è infatti volano anche di questi valori: dal 2019 al 2023 è diminuita l’intensità delle emissioni di gas serra di viaggi e turismo (-2,9% di Emissioni di gas serra (kg CO2e) per USD di PIL turistico annuale); 15,5% di consumo di acqua dolce legato ai viaggi e turismo (metri cubi di prelievi per mille USD di PIL turistico annuale) contro il 28% circa della media mondo.
Senza tralasciare l’impatto sul mondo del lavoro e dell’occupazione, con 1,34 milioni di posti di lavoro di occupazione femminile nel turismo (filiera diretta e indiretta) in crescita sul 2019 quando erano 1,28 milioni; 48,6% di occupazione femminile diretta (707 mila) sul totale contro la media Europa del 47,8%; 17,1% di occupazione ad alta retribuzione nel turismo sul totale dell’occupazione nel 2023 contro il 15,4% di media europea e riduzione della disoccupazione giovanile con 134.000 giovani impiegati direttamente nei viaggi e turismo.
Al dato sugli effetti moltiplicatori del turismo declinato in chiave sostenibile si possono aggiungere i risultati della ricerca – commissionata da GetYourGuide e curata dal Prof. Guido Guerzoni, Adjunct Professor di Heritage, Museums, and Digital Culture Università Bocconi e CEO di formules che ha rilevato e misurato l’importanza del turismo esperienziale per l’economia italiana.
Secondo lo studio, basato su oltre 8 milioni di prenotazioni e su un campione di 500 viaggiatori internazionali (che hanno quantificato la spesa di 1.447 individui), il turista di GetYourGuide spende in media 486,26 euro al giorno, con una permanenza media di 8,2 giornate. Numeri significativi rispetto alle medie degli studi condotti a livello nazionale: la spesa giornaliera è infatti quasi tre volte superiore a quella rilevata dalle principali istituzioni italiane, mentre la durata del soggiorno risulta quasi doppia rispetto alle stime di ISTAT e Banca d’Italia.
Lo studio mette quindi in luce come questo modello di turismo, fondato sulla qualità dell’esperienza più che sulla quantità dei visitatori, rappresenti una leva concreta per governare i flussi turistici e incoraggiare un futuro sostenibile per il turismo culturale



