Marocco in festa per ok Consiglio sicurezza piano Sahara occid.
Es-Smara, 31 ott. (askanews) – Il Marocco è in festa per il risultato della votazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) che doveva decidere se rinnovare o meno il mandato della Missione delle Nazioni Unite per il referendum nel Sahara occidentale (MINURSO). Su iniziativa degli Stati Uniti di Donald Trump, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha dato venerdì il suo sostegno al piano marocchino di autonomia del Sahara occidentale considerato essere la soluzione “più fattibile” per il territorio contestato, nonostante l’opposizione dell’Algeria.
La risoluzione adottata con 11 voti a favore, nessuno contro e 3 astensioni – l’Algeria ha rifiutato di partecipare al voto – ritiene che il piano di Rabat del 2007, un’autonomia sotto la sovranità marocchina, “potrebbe rappresentare la soluzione più fattibile” e quindi essere “la base” di futuri negoziati per risolvere questo conflitto vecchio di 50 anni. Nel Sahara Occidentale era tutto pronto per l’annuncio: tra luminarie, festoni, bandiere e ovunque foto del re Mohammed si è vissuta col fiato sospeso la decisione dal Palazzo di Vetro.
Anche nelle altre città del Marocco si sono sentiti clacson in festa con bandiere sventolate ovunque.
La votazione del Consiglio di Sicurezza Onu arriva alla vigilia dell’anniversario della Marcia verde del Marocco. Si tratta di un evento cruciale nella storia del paese magrebino che ebbe luogo nel novembre 1975 quando circa 350.000 marocchini disarmati, rispondendo all’appello del re Hassan II, marciarono nel territorio del Sahara occidentale, allora sotto il controllo spagnolo, per affermare la sovranità del Marocco. Nonostante la sua natura pacifica, la marcia verde portò la questione del Sahara Occidentale all’attenzione mondiale. Dopo anni di sconti si arrivò a un cessate il fuoco nel 1991, su cui da allora vigilano appunto i Caschi blu delle Nazioni Unite.
Il Marocco da anni si sta muovendo sia sul fronte diplomatico che su quello economico per esercitare tutta la sua influenza sul territorio, come dimostra l’importante convegno che si è tenuto a Es-Smara nel cuore del Sahara Occidentale. Durante i lavori si è parlato di ingiustizie storiche subite dai popoli africani e dalle loro diaspore, come la colonizzazione, la tratta degli schiavi e l’espropriazione delle risorse, continuano a causare danni sociali, economici e culturali. Ministri di numerosi Stati africani, parlamentari, accademici e leader della società civile hanno riflettuto sulle ferite lasciate dall’eredità coloniale in una prospettiva che guarda alla giustizia riparativa come a un approccio morale, legale e diplomatico fondamentale per il futuro del continente. Sono stati firmati accorti economici e di scambio culturale bilaterali e multilaterali.
Un lungo lavoro diplomatico che ha portato la svolta attesa da Rabat. (di Alessandra Velluto)