Top News Askanews

Governo, A.Meloni: le priorità del 2026 saranno le riforme

Roma, 13 dic. (askanews) – “La parola chiave del 2026? Riforme”. Lo assicura la responsabile della segreteria politica Fdi, Arianna Meloni, in una intervista a Il Giornale. Questo perchè, spiega, “il segnale più importante lanciato dal governo è la stabilità, un valore che ha risvegliato l’Italia. La certezza economica è fondamentale e va assicurata con riforme solide. Non ha pagato quella lunga stagione con decine di partiti al governo che ha creato storture economiche. Gli elettori devono essere garantiti: dalle urne deve uscire vittorioso un governo e non un esecutivo scelto al ribasso dai partiti per trovare un punto in comune. Vogliamo evitare il rischio del passato, quando governi colabrodo svuotavano le casse dello Stato”.

“La nuova legge elettorale – continua Arianna Meloni – anticiperà il premierato, la madre di tutte le riforme. Significa che i partiti non potranno più sperare in intese dopo il voto. È un progetto chiaro che noi immaginiamo condotto da una coalizione di centrodestra che governa bene anche con un processo dialettico interno molto accentuato”.

“Immaginiamo – spiega Meloni – una legge per gli italiani che hanno il diritto di godere di certezza economica. Per capirci, oggi l’Italia è la nazione più stabile d’Europa. Per questo perseguiremo una regola netta: chi vince le elezioni governa per cinque anni. Basta davvero con l’ipotesi di governo tecnici che ci sono costati tantissimi soldi”.

La responsabile della segreteria politica di FdI sottolinea “il riconoscimento delle grandi agenzie di rating, compresa Moody’s, dopo anni di ostilità verso l’Italia. Anche il Fondo monetario internazionale e la presidente Bce Lagarde hanno preso ad esempio l’Italia sui conti pubblici. Oggi lo spread è a 67, mentre nel 2022 il governo si era insediato a quota 250. Abbiamo il record dell’attuazione del Pnrr, superato il Giappone nell’export. E i conti in ordine ci hanno consentito di abbassare le tasse ad aziende, lavoratori e famiglie”.

Sulle critiche della sinistra in merito alla legge elettorale dice: “La sinistra? Sono ottantadue partiti che non riescono neppure mettersi d’accordo sul come confrontarsi ad Atreju con la presidente del Consiglio. Per forza sono attaccati a questo sistema elettorale: dal 2008 non hanno più vinto le elezioni e sperano sempre che alle urne si verifichino le condizioni per un inciucio”.

Articoli Correlati

Back to top button