Fine vita, non c’è testo maggioranza. No opposizioni a comitato etico
Roma, 17 giu. (askanews) – Restano ampie le distanze fra maggioranza e opposizioni sul ddl fine vita. Nel comitato ristretto delle commissioni Giustizia e Affari costituzionali del Senato si sono confrontate le proposte del centrodestra, che non ha depositato un testo con le sue proposte ma le ha esposte a voce nel corso della riunione, ha parlato genericamente, per bocca della presidente leghista della commissione Giustizia Giulia Bongiorno, che ha lasciato anzitempo il consesso, di “passi avanti” e della “centralità” che per l’area governativa assume la questione dell’istituzione di un comitato etico “di altissimo profilo”.
Il no della minoranza si articola su tre filoni principali. “Primo: il comitato etico – spiega ai cronisti Alfredo Bazoli del Pd – abbiamo chiesto che sia un comitato di valutazione clinica dislocato sul territorio e non centralizzato. Secondo: le cure palliative non possono essere un trattamento sanitario obbligatorio. Terzo: il servizio sanitario nazionale deve avere un ruolo, altrimenti diventa una privatizzazione, un servizio riservato a chi ha i soldi oppure alle varie associazioni, questo farà inevitabilmente nascere un mercato. Lo dice la Corte costituzionale che ci dev’essere un ruolo del Ssn”.
Ilaria Cucchi di AVS stigmatizza il fatto che anche oggi “la destra si è presentata senza un testo, lasciando così i malati e le loro famiglie ancora nell’incertezza più assoluta”. Avs ribadisce che “una legge nazionale sul fine vita deve avere come faro la possibilità di scelta dei malati che si trovano in condizioni di sofferenza irreversibile”, e “qualsiasi procedura deve essere fatta dal Servizio Sanitario nazionale e non dai privati, perché solo il pubblico può tutelare la dignità e la libertà di tutti i cittadini, e che non c’è nessuna contrapposizione tra cure palliative e fine vita”.
“La destra – accusa Cucchi – ha un’idea del fine vita ideologico, come dimostra la proposta di nominare un Comitato Etico con decreto del presidente del Consiglio dei ministri. Secondo la destra questo Comitato, di nomina governativa e non di esperti o medici, dovrebbe decidere proprio della vita o della morte di una persona. La proposta della destra viola i diritti fondamentali delle persone, privandole della possibilità di decidere come vivere con dignità fino all’ultimo istante delegando la decisione ad un organismo burocratico, e sotto il controllo del governo. Privare i cittadini della possibilità di decidere come vivere con dignità fino all’ultimo istante è da Stato etico e religioso e non da paese democratico”, conclude la parlamentare rossoverde.