Fi, Pier Silvio torna a chiedere rinnovamento, Tajani minimizza
Roma, 11 dic. (askanews) – “Facce nuove, idee nuove, programma nuovo”. Pier Silvio Berlusconi torna a chiedere un rinnovamento di Forza Italia e riporta a galla uno dei problemi strutturali del partito fondato dal Cavaliere. L’età media alta, il ricambio generazionale mai avvenuto, è una vecchia storia. Il leader Antonio Tajani, verso cui il figlio del Cavaliere ha espresso “gratitudine” per aver “tenuto in piedi il partito” dopo la morte del padre, “cosa tutt’altro che facile”, replica dall’India di “essere perfettamente in sintonia” con l’ad di Media for Europe, di “essere a favore del rinnovamento” e spiega che è esattamente “quello che stiamo facendo”. Insomma, “tutti i consigli sono preziosi” ma già “stiamo facendo emergere i giovani”.
La reazione tranquilla del vicepremier, tuttavia, non mette al riparo il partito dagli interrogativi su come cogliere un invito che non è più episodico ma, come fa notare un forzista a favore della linea del cambio generazionale, “pressante e ripetuto nel tempo”. La sollecitazione, arrivata ieri sera durante la tradizionale cena di Natale presso gli studi Mediaset di Cologno Monzese, è la seconda in cinque mesi. Anche a luglio scorso, a margine della presentazione dei palinsesti Mediaset, Pier Silvio aveva evidenziato che “il problema di Forza Italia è che sono anziani, non dico anagraficamente. Sono anziani per mentalità. Ci vorrebbe una iniezione di forze nuove”.
Nel frattempo, però, ci sono state le elezioni regionali e nella quasi totalità Forza Italia si è attestata come secondo partito della coalizione di centrodestra, davanti alla Lega. In un contesto di stabilità, in cui non è alle viste un calo di consensi di Giorgia Meloni, di cui Tajani, dati alla mano, è l’alleato numero uno, il ‘monito’ di Pier Silvio Berlusconi si scontra con la realtà e diventa, per ora, una velleità: “Fai parte di una cosa che forse vince di nuovo le elezioni politiche, non puoi immaginare di scalare il centrodestra”, analizza un forzista.
L’unica cosa che si potrebbe fare in questa fase, immaginano alcuni esponenti azzurri, è un cambio dei capigruppo Paolo Barelli e Maurizio Gasparri. Ma anche in questo caso, ragiona chi parla a difesa di Tajani, “entrambi i gruppi, sia quello della Camera, che quello del Senato sono cresciuti”, quindi quantomeno servirebbe “una via di uscita dignitosa”. Il commento di Gasparri, raggiunto al telefono, è lapidario: “Ha parlato Tajani in maniera splendida”.
Chi si è sentito messo da parte dall’attuale classe dirigente azzurra guarda con “speranza” alle mosse di Roberto Occhiuto, governatore della Calabria, dove Fi è primo partito con il 17.98% più il 12,39% della lista del presidente. Mercoledì 17 dicembre, nella sede della stampa estera, quel Palazzo Grazioli, per anni residenza romana di Silvio Berlusconi, Occhiuto ha convocato l’evento “In libertà”, una delle parole simbolo della discesa in campo del Cavaliere e della sua storia politica. Oggi Occhiuto non commenta le parole di Pier Silvio ma nelle scorse settimane ha incontrato Marina Berlusconi, alimentando i retroscena sul fatto che gli eredi del fondatore di Fi lo considerino il profilo adatto a imprimere un nuovo corso. Tanto che al pranzo riservato con Occhiuto è seguito un incontro chiarificatore con Tajani. “L’iniziativa di Occhiuto è un sasso nello stagno, smuove le acque”, commenta un’osservatore attento delle dinamiche azzurre. E dà voce ai 2/3 dei voti del partito che vengono dal Sud mentre la classe dirigente viene dal Lazio e i Ministri dal Nord.
Sullo sfondo resta il tema della discesa in politica di Pier Silvio: “Non è un tema che oggi esiste. Tutte le mie energie sono dedicate a Mfe, alla nostra Europa e quelle che rimangono alla mia famiglia che è il centro della mia vita”, si schermisce lui. E a chi gli fa notare che nel 2027 avrà la stessa età di quando il padre Silvio scese in politica, replica con una battuta: “Questo lo avevo detto io… Oggi la scienza porta la vita ad allungarsi, c’è tempo..”. Tema solo rinviato dunque ma al pressing sul partito non rinuncia. “Io e Marina ci appassioniamo ai destini di Forza Italia. Siamo onesti: è naturale. Tra i lasciti di mio padre, uno dei più grandi, se non il più grande, è proprio Forza Italia”.