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Agricoltura intensiva e pesticidi, allarme salute globale

ROMA (ITALPRESS) – Due nuovi studi internazionali tornano a puntare i riflettori sui rischi per la salute legati all’agricoltura e all’allevamento intensivi. Pratiche che, oltre all’impatto ambientale, possono avere conseguenze dirette anche sull’uomo.
Il primo studio, pubblicato su Biocontaminant e condotto dai ricercatori della Università di Nanchang in Cina, ha analizzato i terreni attorno al lago Poyang, dove sono stati insediati allevamenti di maiali e polli. I ricercatori hanno riscontrato un forte aumento di metalli pesanti come rame e zinco, ma soprattutto un’esplosione dei geni responsabili dell’antibiotico-resistenza. Nei suoli concimati con le deiezioni dei polli, il rischio legato alla diffusione di batteri resistenti è risultato centinaia di volte superiore rispetto a terreni mai esposti a questo tipo di allevamenti.
Il secondo studio, pubblicato sul Journal of Clinical Oncology – Clinical Cancer Informatics e realizzato dai ricercatori dell’Università della Pennsylvania, mette in relazione l’uso intensivo di pesticidi con l’aumento dei casi di melanoma. Analizzando i dati di diverse contee agricole, i ricercatori hanno osservato un’incidenza del tumore della pelle superiore del 57% rispetto alle aree meno agricole. Un fenomeno che non riguarda solo i lavoratori dei campi, ma anche chi vive nei centri abitati vicini, perché i pesticidi si diffondono attraverso suolo, acqua e aria.
Secondo gli scienziati, i fitofarmaci possono aumentare la fotosensibilità della pelle e interferire con il sistema immunitario, favorendo lo sviluppo della malattia.
Il messaggio che arriva da entrambi gli studi è chiaro: agricoltura e allevamento intensivi producono effetti che vanno oltre la produzione di cibo. Per gli esperti, questi rischi dovrebbero entrare a pieno titolo nella programmazione delle politiche alimentari e nelle decisioni dei governi.
mgg/gtr/col
Il primo studio, pubblicato su Biocontaminant e condotto dai ricercatori della Università di Nanchang in Cina, ha analizzato i terreni attorno al lago Poyang, dove sono stati insediati allevamenti di maiali e polli. I ricercatori hanno riscontrato un forte aumento di metalli pesanti come rame e zinco, ma soprattutto un’esplosione dei geni responsabili dell’antibiotico-resistenza. Nei suoli concimati con le deiezioni dei polli, il rischio legato alla diffusione di batteri resistenti è risultato centinaia di volte superiore rispetto a terreni mai esposti a questo tipo di allevamenti.
Il secondo studio, pubblicato sul Journal of Clinical Oncology – Clinical Cancer Informatics e realizzato dai ricercatori dell’Università della Pennsylvania, mette in relazione l’uso intensivo di pesticidi con l’aumento dei casi di melanoma. Analizzando i dati di diverse contee agricole, i ricercatori hanno osservato un’incidenza del tumore della pelle superiore del 57% rispetto alle aree meno agricole. Un fenomeno che non riguarda solo i lavoratori dei campi, ma anche chi vive nei centri abitati vicini, perché i pesticidi si diffondono attraverso suolo, acqua e aria.
Secondo gli scienziati, i fitofarmaci possono aumentare la fotosensibilità della pelle e interferire con il sistema immunitario, favorendo lo sviluppo della malattia.
Il messaggio che arriva da entrambi gli studi è chiaro: agricoltura e allevamento intensivi producono effetti che vanno oltre la produzione di cibo. Per gli esperti, questi rischi dovrebbero entrare a pieno titolo nella programmazione delle politiche alimentari e nelle decisioni dei governi.
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