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Fumarola: ora patto sociale, serve dialogo e non alzare decibel

Roma, 13 dic. (askanews) – Dopo la manifestazione della Uil il 29 novembre e lo sciopero generale ieri della Cgil, oggi a scendere in piazza sulla manovra è stata la Cisl. Ognuno per conto proprio; modi diversi di intendere il sindacato, anche nel rapporto con il Governo; parole d’ordine e, soprattutto, prospettive agli antipodi. L’unità tra le tre confederazioni appare una chimera. In questa “fase complicata”, la strada del conflitto scelta dalla Cgil non convince la Cisl e nemmeno la Uil di Pierpaolo Bombardieri, che pure per molti mesi è andata a braccetto con l’organizzazione guidata da Maurizio Landini.

Il sindacato guidato da Daniela Fumarola ha indetto la sua manifestazione nazionale per “migliorare” la legge di bilancio e lanciare un nuovo patto sociale, un accordo della responsabilità su obiettivi condivisi. In particolare su salari, tutele nel mercato del lavoro, pensioni, scuola, ricerca e partecipazione.

“Serve una visione comune che unisca chi vuole evitare che l’incertezza si trasformi in rassegnazione – ha detto Fumarola – un Paese che si arrende alla paura non cresce: si divide. Serve un grande accordo fondato su partecipazione, nuova e agile concertazione, corresponsabilità, per unire le migliori energie. In un tempo in cui tanti strappano, noi vogliamo cucire. In un tempo in cui tanti dividono, noi vogliamo unire. In un tempo in cui tanti urlano no a tutto, noi vogliamo costruire dei sì concreti”.

Al Governo, la numero uno della Cisl ha chiesto di rifinanziare il fondo delle legge 76 sulla partecipazione ed estendere la defiscalizzazione della contrattazione di primo livello ai salari fino a 38mila euro. “Chiediamo un dialogo strutturato con il Governo – ha affermato – continuiamo a chiedere a tutte le forze sociali e imprenditoriali e allo stesso esecutivo di sedersi intorno a un tavolo e fissare obiettivi che devono traguardare il nostro Paese verso un futuro migliore. Il metodo del confronto va consolidato, non usato a corrente alternata. Apriamo una stagione di concertazione nuova per trovare soluzioni e decidere insieme”.

Infine, l’invito rivolto alle altre due confederazioni: “Possiamo avere culture, storie e linguaggi diversi. Ma il Paese ha bisogno che sul terreno dei contenuti, degli obiettivi e delle proposte a vincere sia la concretezza. Alla gara a chi urla di più, certo noi non abbiamo mai partecipato e mai parteciperemo”.

Secondo Fumarola serve “un sindacato forte, autonomo, riformista, capace di contrattare, negoziare e ottenere risultati. Noi non siamo il sindacato che si specchia nei cortei e si dimentica dei contratti. Noi siamo liberi, ci assumiamo la responsabilità di fare scelte anche scomode. Siamo il sindacato del riformismo, quello che preferisce una conquista vera a cento comunicati stampa – ha aggiunto – che preferisce un tavolo in più e uno striscione in meno. Il nostro mestiere non è incendiare i luoghi di lavoro: è difenderli, migliorarli. Rispettiamo le altre posizioni sindacali, ma pretendiamo rispetto vero. Chiediamo che si smetta di pensare che fa sul serio solo chi alza i decibel, mostra i denti e affossa i negoziati”.

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