Sciopero Cgil, Landini: piazze piene. Salvini: adesioni basse
Roma, 12 dic. (askanews) – “Piazze piene, fabbriche vuote”, ha detto Maurizio Landini parlando a Firenze dello sciopero generale della Cgil contro una manovra giudicata ingiusta e inadeguata per risolvere i problemi del Paese e rivendicare un cambio di rotta su salari, pensioni, sanità, scuola e politiche industriali. La protesta ha coinvolto sia i settori pubblici che privati per l’intera giornata di lavoro, nel rispetto delle fasce di garanzie. Nei trasporti i disagi sono tuttavia stati limitati. A Roma, a differenza della Cotral, non ha aderito allo sciopero l’Atac.
Secondo il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, le adesioni sono state basse: “E’ il venerdì classico di sciopero. Stiamo però garantendo, per esempio, sulla tratta Roma-Milano il 100% della percorrenza dell’alta velocità. Abbiamo appena rinnovato il contratto a 90.000 ferrovieri, con un aumento medio di 230 euro al mese. I lavoratori vedono cosa sta cambiando e poi agiscono. Le bassissime percentuali di adesione sono la risposta migliore”. Nel pubblico impiego, ha sottolineato il ministro Paolo Zangrillo, l’adesione è stata dell’8,2%. La confederazione ha però contestato questi dati e in una nota ha riferito che mezzo milione di lavoratori, pensionati e cittadini avrebbe partecipato alle 50 manifestazioni organizzate sul territorio (100mila a Firenze), mentre l’adesione media nei settori pubblici e privati sarebbe stata del 68%.
Per il leader della Cgil le piazze dimostrano che la maggioranza del Paese, “cioè quella parte che lo tiene in piedi con il proprio lavoro, non condivide e non accetta la manovra economica di questo Governo. Non ci fermeranno, andremo avanti fino a quando vinceremo la battaglia. La grande partecipazione chiede un cambio di rotta, le piazze non si rassegnano all’idea che le disuguaglianze siano inevitabili. Rappresentano lavoratori, pensionati, studenti, persone che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese e che non trovano nella legge di bilancio risposte adeguate ai loro bisogni”.
Landini ha chiesto nuove politiche industriali, investimenti nel lavoro stabile e sicuro, risorse per sanità e istruzione. “Non chiediamo privilegi – ha affermato – ma scelte giuste che rimettano al centro il lavoro e la coesione sociale”. Ha poi accusato l’esecutivo di voler mettere in discussione il diritto di sciopero: “Non solo lo attaccano se lo fai di venerdì. No, stanno attaccando un diritto. Non giriamoci attorno”. Ha ripetuto la sua lettura dei dati sull’occupazione (“Stanno raccontando un mondo di balle”) e ribadito le critiche a chi, in campagna elettorale, aveva promesso l’abolizione della legge Fornero: “La manovra porta l’età pensionabile a 70 anni, altro che superamento della Fornero”.
Il numero uno della Cgil ha rilanciato anche l’idea di una patrimoniale sulle ricchezze oltre i 2 milioni di euro. Una tassa dell’1,3% che riguarderebbe 500mila italiani per un gettito complessivo di 26 miliardi: “Per poter investire nella sanità e nella scuola, fare le assunzioni di medici e infermieri, e stabilizzare i precari c’è bisogno di investimenti pubblici. I soldi devi andarli a prendere dove sono”.
Landini ha inoltre proposto una legge di iniziativa popolare per la sanità pubblica e annunciato che la Cgil costituirà un comitato per il referendum costituzionale sulla riforma delle carriere dei magistrati, un’operazione “fatta semplicemente per ridurre l’autonomia della magistratura e aumentare il potere politico”. In questo modo, ha concluso, “si sta mettendo in discussione la democrazia, si vuol far prevalere una logica autoritaria che mette in discussione la stessa nostra Costituzione”.
Il fronte sindacale resta diviso sia nel merito che nel metodo. La Uil, dopo mesi a braccetto con la Cgil, ha cambiato strategia privilegiando un dialogo costruttivo con il Governo e incassando misure per la detassazione degli aumenti contrattuali. Per migliorare le ombre della manovra su sanità, fisco e pensioni ha organizzato una manifestazione il 29 novembre scorso. Domani sarà la volta della Cisl scendere in piazza, a Roma, per sollecitare un nuovo patto sociale fondato sulla responsabilità di istituzioni, sindacati e imprese.